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Salmi
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(Testo CEI74)

10
Fiducia del giusto

Al maestro del coro. In sordina. Salmo. Di Davide.

Loderò il Signore con tutto il cuore
e annunzierò tutte le tue meraviglie.
Gioisco in te ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.

Mentre i miei nemici retrocedono,
davanti a te inciampano e periscono,
perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa;
siedi in trono giudice giusto.

Hai minacciato le nazioni, hai sterminato l'empio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico,
è scomparso il ricordo delle città che hai distrutte.

Ma il Signore sta assiso in eterno;
erige per il giudizio il suo trono:
giudicherà il mondo con giustizia,
con rettitudine deciderà le cause dei popoli.

Il Signore sarà un riparo per l'oppresso,
in tempo di angoscia un rifugio sicuro.
Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.

Cantate inni al Signore, che abita in Sion,
narrate tra i popoli le sue opere.
Vindice del sangue, egli ricorda,
non dimentica il grido degli afflitti.

Abbi pietà di me, Signore,
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici,
tu che mi strappi dalle soglie della morte,
perché possa annunziare le tue lodi,
esultare per la tua salvezza
alle porte della città di Sion.

Sprofondano i popoli nella fossa che hanno scavata,
nella rete che hanno teso si impiglia il loro piede.
Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia;
l'empio è caduto nella rete, opera delle sue mani.

Tornino gli empi negli inferi,
tutti i popoli che dimenticano Dio.
Perché il povero non sarà dimenticato,
la speranza degli afflitti non resterà delusa.

Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo:
davanti a te siano giudicate le genti.
Riempile di spavento, Signore,
sappiano le genti che sono mortali.

Perché, Signore, stai lontano,
nel tempo dell'angoscia ti nascondi?
Il misero soccombe all'orgoglio dell'empio
e cade nelle insidie tramate.
L'empio si vanta delle sue brame,
l'avaro maledice, disprezza Dio.
L'empio insolente disprezza il Signore:
«Dio non se ne cura: Dio non esiste»;
questo è il suo pensiero.

Le sue imprese riescono sempre.
Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi:
disprezza tutti i suoi avversari.

Egli pensa: «Non sarò mai scosso,
vivrò sempre senza sventure».
Di spergiuri, di frodi e d'inganni ha piena la bocca,
sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l'innocente.
I suoi occhi spiano l'infelice,
sta in agguato nell'ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero,
ghermisce il misero attirandolo nella rete.
Infierisce di colpo sull'oppresso,
cadono gl'infelici sotto la sua violenza.
Egli pensa: «Dio dimentica,
nasconde il volto, non vede più nulla».

Sorgi, Signore, alza la tua mano,
non dimenticare i miseri.
Perché l'empio disprezza Dio
e pensa: «Non ne chiederà conto»?

Eppure tu vedi l'affanno e il dolore,
tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell'orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell'empio e del malvagio;
Punisci il suo peccato e più non lo trovi.

Il Signore è re in eterno, per sempre:
dalla sua terra sono scomparse le genti.
Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri,
rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio
per far giustizia all'orfano e all'oppresso;
e non incuta più terrore l'uomo fatto di terra.

(Testo TILC)

10
(9) Dialogo con Dio sui malvagi

Perché, Signore, te ne resti lontano?
Perché ti nascondi in tempi duri per noi?

La prepotenza del malvagio rovina i poveri,
cadono vittime delle sue trame.
Il malvagio si vanta dei propri istinti,
intasca guadagni e bestemmia il Signore.
Dice il malvagio nella sua presunzione:
'Nessuno mi chiederà conto di nulla.
Dio non c'è'. Questo è il suo pensiero.
Quel che fa ha sempre successo.
Troppo alti per lui i tuoi giudizi,
degli avversari non gliene importa.
'Nulla mi farà vacillare,
- dice in cuor suo, -
non mi accadrà mai niente di male'.

Di maledizioni, imbrogli e ingiurie
ha sempre piena la bocca.
Ha sulla lingua parole maliziose e cattive.
Se ne sta in agguato fra le siepi,
dal suo nascondiglio uccide gli innocenti,
con gli occhi spia la gente indifesa.
Si apposta e rimane nascosto
come un leone nel folto dei cespugli.
Resta in agguato per afferrare i deboli:
li attira nella rete e li cattura.
Si abbassa, si rannicchia
e gli innocenti cadono sotto la sua violenza.
Dice in cuor suo: 'Dio non se ne cura,
chiude gli occhi, non vede mai nulla'.

Alzati, Signore, colpisci!
Non dimenticarti degli oppressi!
Come mai il malvagio può disprezzarti?
Come può dire: 'Dio non mi chiederà
conto!'?

Tu vedi il dolore e l'angoscia,
osservi e sei pronto ad agire.
A te si affida l'infelice,
sei tu a soccorrere l'orfano.
Spezza il potere dei malvagi,
castigali per il male che fanno
e di loro non rimanga più traccia.

Signore, tu sei re per sempre nei secoli!
Spariscano gli infedeli dalla terra.
Signore, tu che ascolti i desideri dei poveri:
da' loro coraggio, presta loro attenzione,
difendi i diritti dell'orfano e dell'oppresso.
Mai più semini terrore
l'uomo che è nato dalla terra.

(Testo CEI2008)

10
Dio abbatte l'arroganza dell'empio

Perché, Signore, ti tieni lontano,
nei momenti di pericolo ti nascondi?

Con arroganza il malvagio perseguita il povero:
cadano nelle insidie che hanno tramato!

Il malvagio si vanta dei suoi desideri,
l'avido benedice se stesso.

Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore:
»Dio non ne chiede conto, non esiste!»;
questo è tutto il suo pensiero.

Le sue vie vanno sempre a buon fine,
troppo in alto per lui sono i tuoi giudizi:
con un soffio spazza via i suoi avversari.

Egli pensa: «Non sarò mai scosso,
vivrò sempre senza sventure».

Di spergiuri, di frodi e d'inganni ha piena la bocca,
sulla sua lingua sono cattiveria e prepotenza.

Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l'innocente.

I suoi occhi spiano il misero,
sta in agguato di nascosto come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il povero,
ghermisce il povero attirandolo nella rete.

Si piega e si acquatta,
cadono i miseri sotto i suoi artigli.

Egli pensa: «Dio dimentica,
nasconde il volto, non vede più nulla».

Sorgi, Signore Dio, alza la tua mano,
non dimenticare i poveri.

Perché il malvagio disprezza Dio
e pensa: «Non ne chiederai conto»?

Eppure tu vedi l'affanno e il dolore,
li guardi e li prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell'orfano tu sei l'aiuto.

Spezza il braccio del malvagio e dell'empio,
cercherai il suo peccato e più non lo troverai.

Il Signore è re in eterno, per sempre:
dalla sua terra sono scomparse le genti.

Tu accogli, Signore, il desiderio dei poveri,
rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio,

perché sia fatta giustizia all'orfano e all'oppresso,
e non continui più a spargere terrore l'uomo fatto di terra.

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